L’Etna, il Vulcano che racconta le radici della Sicilia
“Andare in Sicilia è meglio che andare sulla luna” diceva Gabriel Garcìa Màrquez.
In Sicilia il luogo lunare per eccellenza è l’Etna, il mongibeddu, il vulcano attivo più alto d’Europa chiamato affettuosamente dai siciliani, semplicemente, ‘a muntagna. È quasi un faro posto al centro della Sicilia; protegge le spalle di Catania, è visibile ben oltre da Siracusa, enorme e maestosa, si erge sull’orizzonte azzurro tagliato dal mare, e saluta da lontano Enna, l’ombelico di Sicilia.
L’Etna è un vero e proprio mondo a parte, il volto inaspettato e affascinante di una Sicilia che non è solo spiagge dorate e mare azzurro brillante: affascinante e spettrale in inverno quando la neve si mischia alla sua terra nera, lunare e marziana quando la ginestra gialla irrompe a colorare i costoni della sciara.
Parco naturale dal 1987, uno dei pochi vulcani attivi al mondo ad essere facilmente accessibile, l’Etna è sede della sezione catanese dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dal 2013 è stato inserito tra i beni protetti del patrimonio dell’umanità dall’UNESCO grazie alla suo continuum complesso di bellezze naturalistiche, tracce storiche e ricchezze enogastronomiche, che racchiude oltre 500.000 anni di storia.
Visitare l’Etna è un viaggio nel viaggio, un luogo magico che ha incantato intellettuali e cineasti, primo fra tutti Pier Paolo Pasolini che vi ambienta alcune scene dei suoi film come Il Vangelo secondo Matteo, Porcile, Teorema e I racconti di Canterbury.
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